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Principi Contabili
Scritto da: Misterfisco

Disponibilita liquide Le disponibilita liquide definizione delle stesse enunciazione dei principi contabili per la loro rilevazione valutazione e rappresentazione in bilancio | D. Classificazione

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D.I. La classificazione dei valori delle disponibilità liquide deve rispondere all’esigenza di comprensibilità, che è uno dei postulati del bilancio in precedenza richiamati. Se necessario può essere effettuata una classificazione più dettagliata di quella prevista dall’art. 2424 Codice civile, normalmente nella nota integrativa.

D.II. Nello stato patrimoniale i conti accesi alle disponibilità liquide si iscrivono, ai sensi dell’articolo 2424 Codice civile, alla classe IV dell’attivo circolante, elencandoli separatamente con le denominazioni:

– depositi bancari e postali;

– assegni;

– denaro e valori in cassa.

D.III. I fondi disponibili all’estero sono soggetti, oltre che alla normativa valutaria dei paesi delle imprese che li costituiscono, anche alla normativa valutaria dei paesi in cui tali fondi si trovano. I fondi esistenti all’estero che non possono essere rimpatriati a causa di restrizioni valutarie, ma che si prevede veranno utilizzati ai fini della gestione locale, vanno normalmente indicati in nota integrativa e, se di ammontare particolarmente rilevante, in apposita sottovoce dello stato patrimoniale.

In caso di difficoltà di utilizzo e di rimpatrio di tali fondi, essi vanno valutati al presumibile valore di realizzo alla fine dell’esercizio.

D.IV. In mancanza di indicazioni specifiche, le disponibilità liquide esposte nello stato patrimoniale si presumono essere immediatamente utilizzabili per quasiasi scopo.

Di conseguenza, in presenza di disponibilità liquide vincolate, o perché non immediatamente utilizzabili o perché utilizzabili solo per specifici scopi, queste devono avere nella nota integrativa una evidenziazione separata. Inoltre, le disponibilità liquide vincolate dovranno essere classificate tra le immobilizzazione finanziarie o nell’attivo circolante a seconda della natura e durata del vincolo ed in base al criterio generale di classificazione delle voci di bilancio. Se la natura del vincolo è tale che il deposito non possa essere prelevato prima della scadenza e trattasi di un vincolo che alla data di chiusura d’esercizio supera il successivo periodo amministrativo annuale, il deposito va esposto tra le immobilizzazioni finanziarie. Se invece il deposito può essere negoziato o comunque prelevato nonostante il vincolo, esso va esposto nell’attivo circolante.

D.V. Non è accettabile effettuare in bilancio una compensazione tra conti bancari attivi e passivi, anche se della stessa natura e tenuti presso la stessa banca, in quanto tale prassi comporterebbe la compensazione di una attività con una passività derivanti, fra l’altro, da posizioni di debito e di credito a tassi di solito non equivalente.

Sommario Principi contabili

Fonte: Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti

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