La Corte di Cassazione, nella Sentenza n. 24054 del 12 novembre 2014, ha affermato che, in tema di accertamento delle imposte sui redditi d’impresa, per la determinazione della plusvalenza realizzata con la vendita di un immobile, occorre aver riguardo alla differenza tra il prezzo di cessione e quello di acquisto, e non al valore di mercato del bene, come per l’imposta di registro.
Infatti, i principi relativi alla determinazione del valore di un bene che viene trasferito sono diversi a seconda dell’imposta da applicare.
Quindi, secondo la Suprema Corte, in presenza di contabilità formalmente regolare, per procedere all’accertamento previsto dell’articolo 39, primo comma, lettera d), del D.P.R. n. 600 del 29 settembre 1973, le valutazioni effettuate dall’U.T.E. non possono rappresentare da sole elementi sufficienti per giustificare una rettifica in contrasto con le risultanze contabili, ma possono essere vagliate nel contesto della situazione contabile ed economica dell’impresa e, nel caso in cui concorrano con altre indicazioni documentali o presuntive gravi, precise e concordanti (come l’assoluta sproporzione tra il corrispettivo dichiarato ed il valore dell’immobile), possono costituire elementi validi per la determinazione dei redditi da accertare.