La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, nella Sentenza n. 41696 del 9 ottobre 2013, ha riconosciuto la legittimità del sequestro dei beni dei quali l’imprenditrice, indagata per i reati fiscali di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, aveva la disponibilità.
In particolare, nel caso sottoposto all’esame della Corte, i Giudici del merito avevano accertato la sussistenza del fumus dei reati finanziari, rilevando che la ditta dell’indagata aveva effettuato per due anni acquisti di pellami e calzature, benché esercitasse l’attività di pulizie. Inoltre, gli acquisti erano stati effettuati da due ditte facenti capo a personaggi con precedenti di Polizia.
Sulla base di tale accertamento di fatto, il sequestro non poteva non ritenersi corretto.
a cura dell’Avv. Raffaella De Vico.