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11 Settembre 2015

Impresa familiare: le regole sulla tassazione della plusvalenza da cessione dell’unica azienda posseduta

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L’Agenzia delle Entrate, nella Risoluzione n. 78 del 31 agosto 2015, ha risposto ad un quesito, posto tramite interpello, riguardo al trattamento fiscale, ai fini delle imposte sui redditi, della plusvalenza risultante dalla cessione dell’unica azienda detenuta da un’impresa familiare.

L’Agenzia delle Entrate ha ricordato che l’impresa familiare è disciplinata, dal punto di vista fiscale, dall’articolo 5, comma 4, del TUIR, in base al quale i redditi che derivano dall’impresa, nella misura del 49 % del loro ammontare, possono essere imputati a ciascun familiare che abbia prestato in modo continuativo e prevalente la sua attività nell’impresa, proporzionalmente alla sua quota di partecipazione agli utili.

Quindi, il reddito complessivo è dichiarato dall’imprenditore, che rimane l’unico titolare dell’impresa, ma questi può imputarne una parte ai familiari, per un ammontare non superiore al 49 %. I redditi imputati rappresentano una ripartizione degli utili dell’impresa familiare.

L’Agenzia delle Entrate ha, inoltre, evidenziato che la plusvalenza realizzata dall’impresa familiare è imputabile interamente ed esclusivamente all’imprenditore ed è, pertanto, irrilevante fiscalmente per i collaboratori familiari.

Nel caso specifico, la plusvalenza derivante dalla cessione dell’impresa familiare è imponibile in base a quanto disposto dagli articoli 58 e 86 del TUIR. La tassazione ordinaria verrà applicata in un unico esercizio dal momento che la perdita della qualifica di imprenditore non consente la rateizzazione.

Inoltre, l’imprenditore titolare dell’impresa potrà optare per la tassazione separata della plusvalenza, dal momento che tale plusvalenza è stata realizzata mediante la cessione di un’azienda che può dirsi posseduta da oltre 5 anni.

L’Agenzia delle Entrate ha, infine, precisato che, data l’incertezza sulla tassazione della plusvalenza realizzata a seguito della cessione dell’impresa familiare, derivante dall’esistenza di diverse interpretazioni, deve essere esclusa l’applicazione di sanzioni qualora la plusvalenza in questione sia stata ripartita tra il titolare dell’impresa ed i suoi collaboratori familiari.

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