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9 Maggio 2014

La confisca dell’immobile intestato alla società di famiglia per i reati commessi da uno dei coniugi è legittima anche se questi risultano formalmente separati

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La Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, nella Sentenza n. 18307 del 5 maggio 2014, ha ricordato la giurisprudenza costante della Corte medesima secondo la quale il sequestro preventivo funzionale alla confisca per equivalente può essere applicato anche ai beni nella sola disponibilità dell’indagato.

Per quest’ultima devono intendersi, al pari della nozione civilistica del possesso, tutte quelle situazioni nelle quali i beni ricadono nella sfera degli interessi economici del reo, anche se il potere di disposizione su di essi è esercitato tramite terzi.

Nel caso di specie, poteva dirsi sussistere in capo all’indagato il requisito della disponibilità della casa formalmente intestata alla società della quale erano soci la moglie ed il figlio dell’indagato, sia sulla base della circostanza della convivenza perdurante con la moglie, nonostante risultasse formalmente separato da quest’ultima, a dimostrazione del ricorso a tecniche di simulazione, sia sulla base della circostanza che, in sede di stipula del contratto di locazione dell’immobile in questione, le relative trattative negoziali erano state portate avanti dallo stesso soggetto indagato.

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