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Saggi
31 Ottobre 2025
7 Minuti di lettura

Partita IVA per Architetti: costi, contributi previdenziali e tasse

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Ecco una guida utile per comprendere come aprire Partita IVA per Architetti, quali sono i costi, le tasse ed i contributi previdenziali da versare.

Se hai conseguito la laurea in architettura e ti sei iscritto all’albo unico nazionale del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori e Conservatori per iniziare a lavorare devi necessariamente aprire Partita IVA. Per poter lavorare come Libero Professionista, per emettere fatture e per offrire le tue consulenze ed i servizi alla clientela. Aprire Partita IVA per Architetti non è una passeggiata, ma occorre seguire determinati step e prestare massima attenzione ai vincoli burocratici, per questo è rilevante chiedere la consulenza di un Commercialista.

Partita IVA per Architetti: requisiti necessari dopo la laurea

Una volta conseguita la laurea magistrale in Architettura, prima di aprire Partita IVA ed esercitare la professione da Libero Professionista, è necessario essere in possesso di determinati requisiti. Il laureato magistrale deve conseguire l’esame di Stato che abilita all’esercizio della professione di Architetto. Successivamente è cogente l’iscrizione all’Albo unico nazionale CNAPPC, requisito rilevante per poter espletare l’attività professionale indipendente. Una volta perfezionati questi step, l’architetto può decidere di aprire Partita IVA per lavorare come Libero Professionista, collaborare con altri professionisti, fornire consulenza tecnica e svolgere attività di docenza.

Partita IVA per Architetti: quale Codice ATECO scegliere?

Una volta aperta Partita IVA per Architetti è necessario comunicare e scegliere un determinato Codice ATECO:

  • 71.11.00 – Attività degli studi di architettura (studio generico)

Inquadramento generale per studi professionali, incluso design e progettazione.

  • 71.11.09 – Attività di architettura n.c.a. (attività dettagliata come restauro, paesaggio, interni)

Dettagli più specifici per chi offre servizi come:

Progettazione di edifici e architettura del paesaggio

Conservazione, restauro, architettura degli interni

Attività di supporto tecnico specialistico.

La Partita IVA per Archetti può essere aperta online, tramite un Commercialista o direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

Partita IVA per Architetti: quale regime fiscale scegliere?

Al momento dell’apertura Partita IVA per Architetti è necessario aderire al regime fiscale forfettario se vengono rispettati i requisiti previsti dall’attuale normativa legislativa. Per molti professionisti scegliere il regime forfettario rappresenta innumerevoli vantaggi e benefici fiscali da non sottovalutare, oltre alla semplificazione della gestione contabile ed alla riduzione dell’impatto fiscale nei primi anni di attività da Libero Professionista. Il forfettario è un regime fiscale pensato per le piccole imprese e per tutti i liberi professionisti che non eccedono un determinato limite di ricavi all’anno, ovvero pari a 85mila euro.

Tale regime fiscale offre innumerevoli benefici: il reddito imponibile non si computa sottraendo gli oneri effettivi, ma applicando un coefficiente di redditività pari al 78 percento. Ciò implica che solo il 78 percento dei ricavi concorre a formare il reddito imponibile. Su questa base trova applicazione l’imposta sostitutiva al 5 percento (per i primi 5 anni) o al 15 percento. Oltre alla tassazione agevolata, il regime forfettario garantisce l’esonero da IRAP, IVA, ritenuta d’acconto e da altre imposte locali (addizionali regionali e comunali). La scelta del regime forfettario comporta che ogni fattura emessa dall’architetto riporti una dicitura specifica che attesti l’applicazione del regime agevolato e l’esonero da IVA.

A partire dal 2022 è obbligatoria la fatturazione elettronica con trasmissione dei documenti al Sistema di Interscambio. Il titolare della Partita IVA Forfettaria si limita a conservare le fatture, a tenere il registro cronologico del fatturato e presenta la dichiarazione dei redditi con cadenza annuale. Gli snellimenti amministrativi e la minore burocrazia richiesta dalla tenuta della Partita IVA Forfettaria per Architetti rappresenta uno dei motivi principali per i quali si opta per questo regime fiscale.

L’Architetto titolare di Partita IVA Forfettaria può instaurare una collaborazione con altri studi professionali senza alcun vincolo di subordinazione. Le collaborazioni con gli altri studi di architettura possono avvenire tramite incarichi professionali e con emissione di regolare fattura elettronica. Questo regime fiscale prevede determinati limiti, che è necessari tenere in considerazione: non essere lavoratori dipendenti e non lavorare esclusivamente per il datore di lavoro per cui si è stati assunti precedentemente. Per non perdere l’accesso al regime forfettario bisogna prestare massima attenzione al superamento della soglia degli 85mila euro di ricavi.

Grazie al regime forfettario è possibile costruire partnership e collaborazioni professionali, ampliando la possibilità di aumentare il proprio giro d’affari. Con l’incremento dei ricavi e dei costi sostenuti per svolgere la propria attività professionale di Architetto potrebbe essere utile valutare il passaggio al regime fiscale ordinario, che permette al titolare di Partita IVA di recuperare l’IVA sugli acquisti e di dedurre i costi effettivi. Ogni architetto dovrebbe valutare con attenzione quale regime fiscale scegliere in sede di apertura e di gestione della Partita IVA, avvalendosi della consulenza professionale di un Commercialista di fiducia.

Contributi pensionistici da versare alla Cassa di Previdenza degli Architetti

Uno degli obblighi per un Architetto titolare di Partita IVA è quello di provvedere al versamento dei contributi pensionistici all’Inarcassa, la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti. L’iscrizione alla cassa pensionistica deve essere effettuata entro 90 giorni dall’apertura della Partita IVA. La Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti prevede il versamento del contributo soggettivo, di un contributo di maternità e di un contributo integrativo computato sul fatturato.

Partita IVA per Architetti: costi e conclusioni

L’apertura e la gestione della Partita IVA per Architetti comporta il sostenimento di determinati costi: quota annuale per iscriversi all’Albo professionale, il compenso del Commercialista, i contributi previdenziali e le polizze assicurative professionali cogenti. L’architetto deve tenere conto che quanto viene fatturato è al lordo; di conseguenza, dovrà accantonare tasse e contributi che dovrà versare onde evitare di far fronte a difficoltà nei pagamenti. Per maggiori informazioni è sempre bene richiedere la Consulenza di un Commercialista.

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