Ecco la guida per aprire Partita IVA per consulenti informatici: scopriamo quali sono gli steps necessari per non sbagliare, i costi e le tasse da sostenere.
Giovani e meno giovani sono alla ricerca di utili informazioni per aprire Partita IVA e per iniziare a svolgere la professione di consulente informatico. Si tratta di una delle scelte professionali più rilevanti per i laureati e per chi, dopo anni di lavoro dispendente, decide di intraprendere l’attività di consulenza in autonomia. Per poter svolgere questa professione in modo autonomo e professionale è necessario aprire Partita IVA. Il migliore regime fiscale da scegliere è quello forfettario, il sistema fiscale agevolato che prevede una tassazione semplificata ed un’imposta sostitutiva davvero conveniente e vantaggiosa. In questa guida di Mister Fisco scopriamo come aprire Partita IVA Consulente informatico, quali sono i costi e le tasse da pagare.
Apertura Partita IVA per consulenti informatici: quale Codice ATECO scegliere?
Quando si apre Partita IVA è necessario scegliere un determinato Codice ATECO, che consente di identificare il comparto di attività e di stabilire il coefficiente di redditività che verrà utilizzato nel computo del reddito imponibile nel regime forfettario. La scelta del Codice ATECO è determinante in quanto impatta significativamente sul carico fiscale. La scelta oculata del Codice ATECO consente di stabilire il coefficiente di redditività ed influenza anche l’accesso alle agevolazioni fiscali.
Nel caso in cui si volesse aprire Partita IVA per Consulente Informatico, il Codice ATECO da scegliere sarebbe il seguente: codice ATECO 62.02.00. Nel caso in cui si volesse aprire Partita IVA per consulente aziendale sarebbe opportuno scegliere questo codice ATECO: 70.22.09. Scegliere un Codice ATECO del tutto errato potrebbe avere conseguenze negative sull’imposizione fiscale che risulterebbe più onerosa, oltre che consentire all’Agenzia delle Entrate di contestare in caso di controlli.
Per poter scegliere il Codice ATECO più corretto, è rilevante affidarsi alla consulenza di un esperto in materia fiscale, onde evitare di commettere errori. Una volta individuare il Codice ATECO giusto per svolgere l’attività di Consulente informatico, è necessario compilare il Modello AA9/12. L’intera procedura può essere gestita in maniera del tutto autonoma, ma se non si ha dimestichezza con questa materia è meglio richiedere la consulenza di un Commercialista di fiducia.
Apertura Partita IVA Consulente Informatico: quale regime fiscale scegliere?
In sede di apertura della Partita IVA è necessario scegliere il regime fiscale più vantaggioso per svolgere la propria attività di consulenza informatica. L’opzione più vantaggiosa per la stragrande maggioranza di coloro che aprono Partita IVA è il regime forfettario, che consente di beneficiare di un risparmio fiscale. Il forfettario consente di utilizzare un coefficiente di redditività legato al Codice ATECO, che è pari al 78 percento per i consulenti informatici. Il reddito imponibile è pari a 78 punti percentuali dei ricavi e su tale importo viene applicata un’imposta sostitutiva pari a 15 punti percentuali o pari al 5 percento per i primi 5 anni di attività.
Apertura Partita IVA Consulente Informatico: costi ed esempi
Facciamo un esempio pratico ed applicativo per comprendere quali costi si dovranno sostenere una volta aperta Partita Iva per Consulente Informatico. Supponiamo che un consulente informativo fatturi circa 50.000 euro all’anno, calcoliamo il reddito imponibile, l’imposta sostitutiva ed i contributi da versare in Gestione Separata INPS.
- Fatturato annuo: 50.000 euro
- Reddito imponibile: 78% del fatturato annuo: 39.000 euro
- Imposta sostitutiva: 15% dell’imponibile: 5.850 euro; nel caso in cui il consulente informatico abbia aperto Partita IVA nei primi 5 anni di attività, l’imposta sostitutiva è pari al 5%: 1.950 euro
- Contributi INPS Gestione Separata: 26,23 percento: 10.229 euro
L’ammontare globale del carico fiscale e contributivo è pari a circa 16.079 euro nel caso in cui l’imposta sostitutiva applicata sia pari al 15 percento dell’imponibile.
Nel caso dei consulenti informatici, non avendo una cassa previdenziale di appartenenza, devono versare alla Gestione Separata INPS.
Partita Iva Consulenti Informatici: applicazione dell’imposta sostitutiva 5% o 15%?
Il regime forfettario è il regime fiscale più vantaggioso che sia possibile applicare alle Partite IVA: è stato introdotto con la Legge n. 190 del 2014 e ha sostituito i precedenti regimi semplificati, andando ad incentivare il lavoro autonomo e l’imprenditorialità. Il regime forfettario è vantaggioso per l’applicazione di un’imposta sostitutiva in sostituzione dell’IRPEF, dell’IRAP, delle addizionali comunali e regionali. Inoltre, è prevista l’applicazione di un’aliquota sostitutiva del 5% per i primissimi 5 anni di nuova attività imprenditoriale e il 15 percento negli anni successivi.
Per poter beneficiare dell’aliquota pari a 5 punti percentuali, il contribuente titolare di Partita IVA deve aprirla per una nuova attività, non aver esercitato alcuna attività imprenditoriale o professionale nel triennio precedente e non aver svolto alcuna attività di lavoro dipendente. L’aliquota pari a 15 punti percentuali si applica a tutti coloro che decidono di scegliere il forfettario: il passaggio dal 5 al 15 percento avviene in modo automatico in sede di dichiarazione dei redditi dopo il quinto anno di attività imprenditoriale.
Il 5 percento è un incentivo che favorisce la liquidità nella fase di start-up, agevola l’investimento grazie alle risorse risparmiate e riduce l’onere fiscale. Il risparmio fiscale risulta essere davvero significativo. Per poter beneficiare dell’applicazione dell’aliquota pari al 5 percento è necessario barrare la casella di inizio attività sul Modello AA9/12. In sede di denuncia dei redditi basta applicare il 5 percento e verificare il pieno rispetto dei requisiti previsti dalla normativa vigente. La documentazione che attesta i requisiti deve essere conservata ad hoc.
Apertura Partita IVA Consulente Informatico: occhio agli errori da non commettere!
Prima di aprire Partita Iva Consulente Informatico è rilevante richiedere la consulenza di un Dottore Commercialista o di un Esperto in materia di fiscalità e di contabilità. Commettere anche un minimo errore è facile soprattutto se non si ha molta dimestichezza con la materia tributaria. Un errore che viene commesso frequentemente è quello di non monitorare attentamente il limite dei ricavi previsto dalla normativa vigente per poter beneficiare del regime forfettario. La soglia prevista è pari a 85mila euro.
Nonostante sia un regime vantaggioso, il regime forfettario obbliga il consulente informatico a non commettere alcun errore. Lo stesso professionista deve emettere in modo corretto e puntuale le fatture elettroniche, rispettare le scadenze fiscali e conservare la documentazione. Inoltre, il consulente informatico titolare di P. IVA deve prestare massima attenzione al versamento degli acconti e del saldo senza incorrere in interessi e sanzioni.
Conclusioni
Aprire Partita Iva come consulente informatico rappresenta uno step rilevante per chi desideri intraprendere un’attività imprenditoriale in modo autonomo e del tutto indipendente. Il regime fiscale forfettario offre un ‘interessante opportunità per beneficiare di un carico fiscale vantaggioso ed una gestione amministrativa semplificata. Ogni consulente informatico deve rispettare gli obblighi, le soglie di reddito e le responsabilità legate ai contributi pensionistici.
Per maggiori informazioni, richiedi una consulenza personalizzata per l’apertura Partita IVA Consulenti Informatici.