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Principi Contabili
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1 Gennaio 1970

IAS 36 Riduzione durevole di valore delle attività – Identificazione di un’attività che può aver perso durevolmente di valore

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6. I paragrafi da 7 a 14 specificano in quali circostanze deve essere determinato il valore recuperabile. Tali disposizioni fanno uso del termine “un’attività” ma si applicano indistintamente a una singola attività come a un’unità generatrice di flussi finanziari.

7. Un’attività ha subito una riduzione durevole di valore quando il suo valore contabile dell’attività supera il suo valore recuperabile. I paragrafi compresi tra 9 e 11 descrivono alcune prove indicative del fatto che può essersi verificata una perdita durevole di valore: se qualcuna di queste indicazioni è presente, l’impresa deve effettuare una stima formale del valore recuperabile. Se non esiste, invece, alcuna indicazione di una potenziale perdita durevole di valore, il presente Principio non obbliga l’impresa a effettuare alcuna stima formale del valore recuperabile.

8. L’impresa deve valutare a ogni data di riferimento del bilancio se esiste qualche indicazione che dimostri che un’attività possa aver subito una perdita durevole di valore. Se esiste una qualsiasi indicazione di ciò, l’impresa deve stimare il valore recuperabile dell’attività.

9. Nel valutare se esiste un’indicazione che un’attività può aver subito una perdita durevole di valore, l’impresa deve considerare, al minimo, le seguenti indicazioni:

Fonti informative esterne

(a) durante l’esercizio, il valore di mercato di un’attività è diminuito significativamente, più di quanto si prevedeva sarebbe accaduto con il passare del tempo o con l’uso normale dell’attività in oggetto;

(b) si sono verificate durante l’esercizio o si verificheranno nel futuro prossimo per l’impresa variazioni significative con effetto negativo o nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo nel quale l’impresa opera o nel mercato al quale un’attività è rivolta;

(c) i tassi di interesse di mercato o altri tassi di remunerazione del capitale sugli investimenti sono aumentati nel corso dell’esercizio, ed è probabile che tali incrementi sia condizionino il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso di un’attività sia riducano in maniera rilevante il valore recuperabile dell’attività;

(d) il valore contabile dell’attivo netto dell’impresa che redige il bilancio è superiore alla capitalizzazione del mercato;

Fonti informative interne

(e) risulta evidente l’obsolescenza o il deterioramento materiale di un’attività;

(f) si sono verificati nel corso dell’esercizio significativi cambiamenti con effetto negativo sull’impresa, oppure si suppone che questi si verificheranno nel futuro prossimo, nella misura in cui o nel modo in cui un’attività viene utilizzata o si suppone sarà utilizzata. Tali cambiamenti includono programmi di cessazione o di ristrutturazione del settore operativo al quale un’attività appartiene oppure di dismissione di un’attività prima della data precedentemente prevista; e

(g) risulta evidente dall’informativa interna che l’andamento economico di un’attività è, o sarà, peggiore di quanto previsto.

10. L’elenco del paragrafo 9 non è esaustivo. L’impresa può individuare altre indicazioni che un’attività può aver subito una perdita durevole di valore e queste egualmente obbligano l’impresa a determinare il valore recuperabile di un’attività.

11. Indicazioni derivanti dall’informativa interna in grado di rivelare che un’attività può aver subito una perdita durevole di valore comprendono:

(a) flussi finanziari connessi all’acquisto di un’attività, o disponibilità liquide che in seguito si rendono necessarie per rendere operativa o conservare l’attività significativamente superiori a quelli originariamente preventivati;

(b) flussi finanziari netti effettivi oppure utili o perdite operative conseguenti all’esercizio dell’attività che si rivelano significativamente peggiori a quelli originariamente preventivati;

(c) un significativo peggioramento dei flussi finanziari netti o del reddito operativo preventivato, o un significativo aumento della perdita preventivata relativa all’utilizzo dell’attività; oppure

(d) perdite operative o flussi finanziari netti in uscita connessi all’attività, quando i risultati del periodo in corso vengono aggregati a quelli preventivati per il futuro.

12. Si applica il principio della rilevanza nel determinare se il valore recuperabile di un’attività debba essere stimato. Per esempio, se precedenti calcoli mostrano che il valore recuperabile di un’attività è significativamente maggiore rispetto al valore contabile, l’impresa non ha bisogno di valutare nuovamente il valore recuperabile dell’attività, se non si è verificato alcun evento che abbia eliminato tale differenza. In maniera analoga, analisi precedenti possono mostrare che il valore recuperabile di un’attività non è condizionato da una (o più d’una) delle indicazioni elencate nel paragrafo 9.

13. Come spiegazione del paragrafo 12, se i tassi di interesse presenti nel mercato o altri tassi di rendimento sugli investimenti sono aumentati nel corso dell’esercizio, l’impresa non è obbligata a effettuare una stima formale del valore recuperabile di un’attività nei seguenti casi:

(a) se non è probabile che l’aumento dei tassi di mercato incida sulla scelta del tasso di attualizzazione da usare nel calcolo del valore d’uso. Per esempio, aumenti nei tassi di interesse a breve termine possono non avere un effetto rilevante sui tassi di attualizzazione usati per un’attività che ha una lunga vita utile rimanente;  oppure

(b) se è probabile che l’aumento dei tassi di mercato incida sulla scelta del tasso di attualizzazione da usare nel calcolo del valore d’uso ma una precedente analisi di sensitività del valore recuperabile mostra che:

(i) non è probabile che si verificherà un rilevante calo del valore recuperabile poiché anche i flussi finanziari futuri probabilmente aumenteranno. Per esempio, in alcune circostanze, l’impresa può essere in grado di dimostrare che può modificare i propri ricavi al punto tale da compensare qualsiasi aumento nei tassi di mercato; o

(ii) è improbabile che il calo nel valore recuperabile comporti una rilevante perdita durevole di valore.

14. Se esiste una indicazione che un’attività può aver subito una riduzione durevole di valore, questo può indicare che la vita utile residua, il criterio di svalutazione (ammortamento) o il valore residuo dell’attività necessitano di essere riconsiderati e rettificati secondo le disposizioni contenute nel Principio contabile internazionale applicabile a tale attività, persino quando non è stata rilevata alcuna perdita durevole di valore della stessa.

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