Composizione delle stime dei flussi finanziari futuri
32. Le stime dei flussi finanziari futuri devono includere:
(a) le proiezioni dei flussi finanziari in entrata derivanti dall’uso continuativo dell’attività;
(b) le proiezioni dei flussi finanziari in uscita che necessariamente si verificano per generare flussi finanziari in entrata dall’uso continuativo dell’attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per rendere l’attività utilizzabile) e che possono essere direttamente attribuiti o ripartiti all’attività in base a un criterio ragionevole e coerente; e
(c) i flussi finanziari netti, qualora esistano, che saranno ricevuti (o pagati) per la dismissione dell’attività alla fine della sua vita utile.
33. Le stime dei flussi finanziari futuri e il tasso di attualizzazione riflettono presupposti coerenti in merito agli aumenti dei prezzi dovuti all’inflazione generale. Perciò, se il tasso di attualizzazione include l’effetto degli aumenti dei prezzi dovuti all’inflazione generale, i flussi finanziari futuri sono stimati al loro valore nominale. Se il tasso di attualizzazione esclude l’effetto degli aumenti dei prezzi dovuti all’inflazione generale, i flussi finanziari futuri sono stimati al loro valore reale (ma includono specifici aumenti o diminuzioni del prezzo futuro).
34. Le proiezioni dei flussi finanziari in uscita includono le spese generali future che possono essere attribuite direttamente, o ripartite secondo un criterio ragionevole e coerente, per l’uso dell’attività.
35. Quando il valore contabile dell’attività non include ancora tutti i flussi finanziari in uscita che si manifesteranno prima che questa sia pronta per essere usata o venduta, la stima dei flussi finanziari futuri in uscita include una stima di qualsiasi altro flusso finanziario in uscita che si suppone si verifichi prima che l’attività sia pronta per l’uso o per la vendita. Per esempio, questo è il caso di un edificio in costruzione o di un progetto di sviluppo che non è ancora completato.
36. Al fine di evitare un doppio conteggio, le stime di flussi finanziari futuri non includono:
(a) flussi finanziari in entrata derivanti da attività che generano flussi finanziari in entrata dall’uso continuativo che sono largamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata delle attività in oggetto (per esempio, attività finanziarie quali crediti); e
(b) flussi finanziari in uscita che sono correlati a obbligazioni già rilevate tra le passività (per esempio, debiti, pensioni o accantonamenti).
37. I flussi finanziari futuri delle attività devono essere stimati facendo riferimento alle condizioni correnti. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere flussi finanziari futuri stimati in entrata o in uscita che si suppone debbano derivare da:
(a) una ristrutturazione futura per la quale l’impresa non è ancora impegnata; o
(b) un investimento futuro in cespiti che metterà l’attività nelle condizioni di fornire un rendimento superiore al livello medio di prestazione originariamente accertato.
38. Poiché i flussi finanziari futuri dell’attività sono stimati in funzione della sua condizione attuale, il valore d’uso non riflette:
(a) i flussi finanziari futuri in uscita, o i connessi risparmi di costo (per esempio, le riduzioni sui costi del personale) o i benefici che si suppone deriveranno da una futura ristrutturazione per la quale l’impresa non è ancora impegnata; o
(b) un investimento futuro in cespiti che metterà l’attività nelle condizioni di fornire un rendimento superiore al livello medio di prestazione originariamente accertato o i relativi benefici futuri derivanti da questo futuro investimento.
39. Una ristrutturazione è un programma pianificato e controllato dalla direzione aziendale che modifica in maniera rilevante l’ampiezza dell’attività intrapresa da un’azienda o il modo in cui l’attività è condotta. Lo IAS 37, Accantonamenti, passività e attività potenziali, fornisce una guida che aiuta a chiarire quando l’impresa si è impegnata in una ristrutturazione.
40. Quando l’impresa si impegna in una ristrutturazione, è probabile che alcune attività siano interessate da questa ristrutturazione. Una volta che l’impresa si è impegnata nella ristrutturazione:
(a) nel determinare il valore d’uso, le stime dei flussi finanziari futuri in entrata e in uscita devono riflettere i tagli sui costi e gli altri benefici derivanti dalla ristrutturazione (in funzione del più recente budget/ previsione approvato dalla direzione aziendale); e
(b) le stime dei flussi finanziari in uscita relativi alla ristrutturazione sono trattati come accantonamenti per ristrutturazioni in osservanza dello IAS 37, Accantonamenti, passività e attività potenziali.
L’Appendice A, Esempio 5, illustra l’incidenza che può avere una futura ristrutturazione sul calcolo del valore d’uso.
41. Sino al momento in cui l’impresa effettua un investimento in cespiti che mette l’attività nelle condizioni di fornire un rendimento superiore al livello medio di prestazione originariamente accertato, le stime dei flussi finanziari futuri non includono i flussi finanziari futuri in entrata stimati che si suppone derivino da tale investimento (vedere Appendice A, Esempio 6).
42. Le stime di flussi finanziari futuri includono gli investimenti futuri in cespiti necessari per mantenere o sostenere un’attività al suo livello standard di rendimento originariamente accertato.
43. Le stime dei flussi finanziari futuri non devono includere:
(a) i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento; o
(b) pagamenti o rimborsi fiscali.
44. I flussi finanziari attesi futuri riflettono presupposti che sono coerenti con il criterio con cui il tasso di attualizzazione è determinato. Altrimenti, gli effetti connessi ad alcuni presupposti potrebbero essere calcolati due volte oppure ignorati. Poiché il valore attuale del denaro è considerato nell’attualizzazione dei flussi finanziari futuri stimati, questi flussi finanziari escludono i flussi finanziari in entrata o in uscita derivanti da attività di finanziamento. Analogamente, considerato che il tasso di attualizzazione è determinato al lordo delle imposte, anche i flussi finanziari futuri sono stimati al lordo degli effetti fiscali.
45. La stima dei flussi netti finanziari incassabili (o pagabili) per la dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile è rappresentata dall’ammontare che l’impresa si aspetta di ottenere dalla dismissione dell’attività in una libera transazione tra parti indipendenti, consapevoli e disponibili, dopo aver dedotto i costi stimati di dismissione.
46. La stima dei flussi netti finanziari che devono essere ricevuti (o pagati) incassabili (o pagabili) per la dismissione di un’attività alla fine della sua vita utile è determinata in modo simile al prezzo netto di vendita di un’attività, con la differenza che, nella stima dei flussi netti finanziari:
(a) l’impresa usa i prezzi in vigore alla data della stima per attività simili che hanno completato il proprio ciclo di vita utile e che sono state utilizzate in condizioni simili a quelle in cui l’attività sarà usata; e
(b) questi prezzi sono rettificati per effetto sia degli aumenti futuri dei prezzi dovuti all’inflazione generale sia degli specifici aumenti (diminuzioni) futuri dei prezzi. Tuttavia, se le stime di futuri flussi finanziari derivanti dall’uso continuativo dell’attività e il tasso di attualizzazione escludono l’effetto di una generale inflazione, questo effetto verrà anche escluso dalla stima di flussi netti di cassa relativi alla dismissione.