18. Una banca deve presentare uno stato patrimoniale che raggruppi le attività e le passività per categorie omogenee e deve elencarle secondo il loro grado di liquidità.
19. Oltre alle disposizioni degli altri Principi contabili internazionali le indicazioni fornite nello stato patrimoniale o nelle note al bilancio devono includere, senza limitarsi a ciò, le seguenti attività e passività:
Attività:
– Disponibilità liquide e saldi con la banca centrale;
– Buoni del tesoro e altri titoli ammissibili al rifinanziamento presso la banca centrale;
– Titoli di Stato e altri titoli posseduti per negoziazione;
– Depositi, prestiti e anticipazioni ad altre banche;
– Altri collocamenti sul mercato monetario;
– Prestiti e anticipazioni a clienti; e
– Titoli mobiliari posseduti per investimento.
Passività:
– Depositi da altre banche;
– Altri depositi dal mercato monetario;
– Debiti verso altri depositanti;
– Certificati di deposito;
– Cambiali e altre passività rappresentate da titoli; e
– Altri fondi presi a prestito.
20. L’approccio più utile alla classificazione delle attività e delle passività di una banca è quello di raggrupparle per natura e di elencarle approssimativamente in base alla loro liquidità; ciò potrebbe equivalere a grandi linee alle loro scadenze. Gli elementi correnti e quelli non correnti non sono esposti separatamente perché la maggior parte delle attività e delle passività di una banca può essere realizzata o sostenuta a breve termine.
21. La distinzione tra i saldi con altre banche e altre parti del mercato monetario e quelli da altri depositanti è un’informazione importante perché fornisce una conoscenza sui rapporti, e sulla dipendenza, di una banca con le altre banche e con il mercato monetario. Quindi una banca deve portare a conoscenza distintamente:
(a) i saldi con la banca centrale;
(b) i depositi presso altre banche;
(c) gli altri collocamenti sul mercato monetario;
(d) i depositi da altre banche;
(e) gli altri depositi dal mercato monetario; e
(f) altri depositi.
22. Una banca, di norma, non sa chi sono i possessori dei suoi certificati di deposito perché essi sono, di solito, scambiati su un mercato aperto. Quindi una banca deve indicare distintamente i depositi che sono stati ottenuti attraverso l’emissione di suoi certificati di deposito o di altri certificati negoziabili.
23. (*) Paragrafo soppresso dal Reg. (CE) n. 2086/2004
24. Una banca deve indicare i fair value (valore equo) di ciascuna classe di attività e passività finanziaria così come richiesto dallo IAS 32, Strumenti finanziari: Esposizione nel bilancio e informazioni integrative, e dallo IAS 39, Strumenti finanziari: Rilevazione e valutazione.
25. Lo IAS 39 prevede quattro classi di attività finanziarie: prestiti e crediti originati dall’impresa, investimenti posseduti per essere mantenuti sino a scadenza, attività finanziarie possedute per essere negoziate e attività finanziarie disponibili per la vendita. Una banca indicherà, come requisito minimale, i fair value (valore equo) delle proprie attività finanziarie per le quattro classi sopra riportate.
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