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2 Marzo 2018

Piani di risparmio a lungo termine: chiarimenti sull’applicazione della nuova disciplina

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Nella Circolare n. 3 del 26 febbraio 2018, l’Agenzia delle Entrate ha fornito diverse indicazioni riguardo all’applicazione della disciplina relativa ai piani di risparmio a lungo termine prevista dalla Legge di Bilancio per il 2017.

Come ricordato nella Circolare, la Legge di Bilancio per il 2017 ha introdotto un regime di non imponibilità dei redditi di capitale e dei redditi diversi di natura finanziaria derivanti da investimenti operati tramite piani individuali di risparmio a lungo termine con determinate caratteristiche. La normativa prevede, altresì, un regime di non imponibilità ai fini dell’imposta di successione.

Nel primo capitolo della Circolare dell’Agenzia delle Entrate sono trattate le questioni relative all’ambito soggettivo di applicazione della nuova disciplina. In particolare, il regime fiscale di non imponibilità si applica alle persone fisiche fiscalmente residenti in Italia che conseguono dei redditi di natura finanziaria al di fuori dell’esercizio di un’attività di impresa commerciale in relazione ad investimenti detenuti, per almeno cinque anni, nell’ambito di un piano individuale di risparmio appositamente costituito presso un intermediario abilitato.

Il secondo capitolo riguarda l’ambito oggettivo di applicazione delle disposizioni. Il regime di non imponibilità si applica ai redditi di capitale ed ai redditi diversi di natura finanziaria derivanti da determinati investimenti, definiti come “investimenti qualificati”, in quanto effettuati nel rispetto della disciplina.

Sono esclusi da tale regime fiscale i redditi che concorrono alla formazione del reddito complessivo del contribuente ed i redditi di capitale e diversi derivanti da partecipazioni qualificate.

Il terzo capitolo della Circolare è dedicato alle modalità di costituzione dei piani individuali di risparmio. In particolare, il piano individuale di risparmio si costituisce con la destinazione di somme o valori, allo scopo di effettuare investimenti qualificati, attraverso:

  • un rapporto di custodia o di amministrazione, esercitando l’opzione per l’applicazione del risparmio amministrato;
  • un rapporto di gestione di portafoglio, esercitando l’opzione per l’applicazione del regime del risparmio amministrato;
  • un altro stabile rapporto con un intermediario abilitato, esercitando l’opzione per l’applicazione del regime del risparmio amministrato;
  • la stipula di un contratto di assicurazione sulla vita o di capitalizzazione che rispettino i requisiti di investimento richiesti dalla normativa in materia.

Il quarto capitolo riguarda i limiti all’entità delle somme e dei valori destinati al piano individuale di risparmio. L’importo investito, infatti, non può superare complessivamente il valore di 150.000 Euro, con un ulteriore limite, per ciascun anno solare, di 30.000 Euro.

Il quinto capitolo è dedicato alla costituzione del piano individuale di risparmio da parte delle Casse di previdenza e dei Fondi pensione.

Inoltre, nel sesto capitolo è affrontato il tema degli investimenti che possono essere oggetto del piano individuale di risparmio. Affinché possa essere applicato il regime di non imponibilità, infatti, occorre che gli investimenti oggetto del piano abbiano determinate caratteristiche e rispettino determinati vincoli di composizione e determinati limiti.

Il settimo capitolo riguarda i vincoli di composizione ed i limiti di concentrazione del patrimonio investito, mentre l’ottavo capitolo riguarda il vincolo di detenzione dell’investimento.

Nel nono capitolo sono trattate le questioni relative alla decadenza dal regime.

Per quanto riguarda i capitoli successivi, in essi sono trattati i seguenti argomenti:

  • il trasferimento del piano individuale di risparmio;
  • la fuoriuscita di strumenti finanziari dal piano individuale di risparmio;
  • la chiusura del piano individuale di risparmio;
  • le particolari problematiche applicative (le ritenute non dovute, il regime delle minusvalenze);
  • l’imposta di successione;
  • gli adempimenti a carico degli intermediari;
  • i rapporti tra intermediari diversi coinvolti nella gestione del piano individuale di risparmio;
  • i controlli.

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