Il nuovo quesito posto all’attenzione dell’Agenzia delle Entrate è particolarmente semplice: si tratta di stabilire se l’istante può procedere alla variazione della data di morte indicata erroneamente nella dichiarazione di successione relativa al coniuge.
Secondo la contribuente, potrebbe presentare una dichiarazione modificativa versando soltanto le imposte di bollo e trascrizione. Si tratterebbe, infatti, di una mera violazione formale che non avrebbe risvolti sostanziali, né arrecherebbe pregiudizio all’attività di controllo dell’Amministrazione finanziaria.
L’Agenzia delle Entrate, nella Risposta n. 92 del 4 dicembre 2018, ha ricordato che la dichiarazione di successione deve essere presentata entro un anno dalla data di apertura della successione.
Fino alla scadenza del termine di presentazione, la dichiarazione di successione può essere modificata.
Nel caso specifico, però, la contribuente intende presentare una dichiarazione modificativa della precedente oltre il termine di un anno.
In questo caso, l’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto che la contribuente può procedere alla rettifica dell’errore materiale contenuto nella dichiarazione di successione e che non incide sulla determinazione della base imponibile, presentando una dichiarazione rettificativa e versando, per le formalità di trascrizione, le imposte catastale ed ipotecaria in misura fissa, la tassa ipotecaria, l’imposta di bollo ed i tributi speciali.