18 settembre 2025 – Una data storica per il fisco italiano: sono stati approvati i primi elenchi di commercialisti e avvocati abilitati a certificare i tax control framework (Tcf) delle aziende che intendono accedere all’istituto dell’adempimento collaborativo (cooperative compliance).
I primi elenchi dei professionisti abilitati
I Consigli Nazionali dei Commercialisti e quello Forense hanno ufficializzato la pubblicazione dei primi albi dei certificatori.
Questi elenchi includono i professionisti che, avendo già presentato domanda nei mesi scorsi e possedendo i requisiti richiesti, sono esonerati dai corsi di formazione obbligatori.
Gli iscritti – commercialisti e avvocati – possono quindi da subito certificare i sistemi di controllo del rischio fiscale delle imprese che hanno fatto richiesta di adesione alla cooperative compliance.
Prossima tappa: entro fine ottobre 2025 partiranno i corsi di formazione per gli altri aspiranti certificatori che non dispongono dei requisiti per l’esonero.
Il ruolo del certificatore: garanzia per imprese e fisco
Il tax control framework (Tcf) è il sistema che permette di rilevare, misurare, gestire e controllare il rischio fiscale all’interno di un’azienda.
L’adozione di un Tcf efficace e integrato è condizione indispensabile per accedere al regime dell’adempimento collaborativo, introdotto dal Dlgs n. 128/2015.
Al momento della domanda di adesione, l’impresa deve dimostrare di avere un sistema Tcf certificato da professionisti indipendenti, iscritti agli elenchi tenuti:
- dal Consiglio Nazionale Forense (per gli avvocati),
- dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (per i commercialisti).
Compiti e responsabilità del certificatore
Secondo il decreto ministeriale del 12 novembre 2024, il certificatore deve attestare che:
- il Tcf sia integrato con il sistema di controllo dell’informativa finanziaria e contabile,
- il modello garantisca l’affidabilità del dato contabile, base per il corretto calcolo dell’obbligazione tributaria,
- l’azienda abbia procedure adeguate per prevenire, monitorare e correggere eventuali rischi fiscali.
Come si diventa certificatori
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’Agenzia delle Entrate e i Consigli Nazionali degli Ordini professionali hanno definito percorsi chiari per ottenere l’abilitazione.
Un protocollo d’intesa, siglato nell’aprile 2025, ha individuato:
- titoli e competenze richiesti per l’iscrizione all’albo,
- modalità dei percorsi formativi,
- criteri di valutazione delle esperienze professionali.
Il possesso dei requisiti di professionalità è certificato unicamente dall’Ordine di appartenenza (commercialisti o avvocati), che rilascia l’attestazione necessaria.
Un nuovo capitolo per il rapporto Fisco–Imprese grazie all’albi dei certificatori
Secondo Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio Nazionale dei Commercialisti, “con il primo popolamento dell’elenco si entra nella piena fase operativa del tax control framework. Commercialisti e avvocati assumono un ruolo di garanzia sia per le imprese che per il sistema tributario, diventando attori centrali nei processi di valutazione e gestione del rischio fiscale”.
Anche Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense, sottolinea che si tratta di un salto culturale:
“L’attività degli avvocati certificatori non sarà di natura consulenziale, ma di validazione dei modelli organizzativi per la gestione del rischio fiscale. Si apre così un nuovo rapporto di fiducia e trasparenza tra imprese e fisco”.
Opportunità per i professionisti negli albi dei certificatori
Questa riforma rappresenta una nuova area di sviluppo professionale per avvocati e commercialisti.
- Per i commercialisti, significa rafforzare il proprio ruolo nel controllo fiscale delle imprese.
- Per gli avvocati, si apre un settore innovativo, in cui la funzione certificatrice arricchisce l’attività tradizionale.
Con i corsi di formazione in arrivo e l’apertura dei nuovi elenchi, le possibilità di carriera e di specializzazione sono destinate a crescere nei prossimi mesi.