Con Sentenza 19 marzo 2009, n. 6617, la sezione tributaria della Corte di Cassazione ha stabilito che il coniuge del consulente aziendale, titolare di conti bancari su cui transita denaro frutto dell’attività lavorativa di quest’ultimo, debba versare una maggiore IRPEF, a fronte di una capacità reddituale superiore rispetto a quella emergente dalla propria dichiarazione dei redditi.
Infatti, in virtù della presunzione di reddito nei confronti dei parenti cointestatari di conti bancari, grava sul coniuge l’onere di provare l’estraneità alle operazioni finanziarie effettuate sul conto medesimo: sarà a tal fine necessario fornire la prova analitica circa ogni singola movimentazione.
Fonte: www.seac.it
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