Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’Associazione Nazionale Commercialisti, Anc, sull’evento degli Stati generali della Professione.
“Roma, 12 giugno 2025
L’evento degli Stati Generali della Professione, svoltosi a Roma, ha messo in scena l’ennesima occasione persa. Un palcoscenico chiuso, un microfono solo, nessuna possibilità di dialogo. A fronte di oltre 122.000 iscritti, ha partecipato l’1% della categoria.
Durante la sessione pubblica, nessun intervento da parte di ordini territoriali, associazioni, casse di previdenza, fondazioni, colleghe o colleghi. Nessuno spazio per il contraddittorio.
Il presidente del Consiglio Nazionale ha parlato da solo, senza possibilità di replica. Il suo intervento, segnato da toni divisivi e attacchi personali, ha rivelato un’impostazione che non appartiene a una guida istituzionale. Il pluralismo è stato trattato come fastidio, il dissenso come minaccia, fatto ancora più grave perché esternato di fronte a Ministri, Vice Ministri, Parlamentari e rappresentanti delle Istituzioni del nostro Paese.
Molti presenti hanno espresso disagio. Senza clamore, ma con sincerità. Colleghi, presidenti, rappresentanti istituzionali hanno manifestato imbarazzo e amarezza. Non per le divergenze, ma per come queste sono state gestite.
In un momento in cui la professione affronta sfide complesse, il dibattito si è concentrato su logiche di consenso e narrazioni autoreferenziali. Nessun piano tecnico, nessuna proposta concreta. Solo visioni parziali, costruite su relazioni personali e presenze politiche.
Anche la sessione pomeridiana, che avrebbe potuto aprire un confronto vero, è stata riservata a pochi: presidenti e consiglieri degli Ordini. Ancora nessuna possibilità di parlare per casse previdenziali, associazioni, fondazioni, revisori, iscritti. Una scelta precisa. E una conferma: chi non è allineato, resta fuori, si deve fare da parte!
Il dissenso, risorsa vitale in ogni comunità democratica, è stato trattato come anomalia da contenere. Nessuna trasparenza, nessun ascolto.
Ma nessun palco blindato può oscurare la voce di chi crede nel confronto, nel rispetto delle differenze, nella costruzione collettiva del futuro della professione.
Per questo, in allegato, rendiamo pubblico l’intervento che il presidente Marco Cuchel avrebbe voluto pronunciare a nome dell’Associazione Nazionale Commercialisti. Un contributo negato in aula, ma necessario nel dibattito pubblico.
Rivendichiamo il diritto di ogni iscritto, di ogni organismo della professione a essere parte attiva delle scelte che riguardano il proprio presente e il proprio futuro professionale.
E continueremo a farlo. Con rigore, con passione, con la forza pacata di chi sa che l’autorevolezza non si impone: si conquista con l’ascolto.
ANC Comunicazione“