Con Sentenza 3 marzo 2010, n. 5046, la Corte di Cassazione ha stabilito che il giudice, nel momento in cui sostiene la tesi della residenza fittizia, non può argomentare limitandosi ad affermare che il contribuente ha mantenuto la residenza sul territorio nazionale, senza fornire ulteriori motivazioni valide o senza valutare gli elementi forniti dal contribuente stesso.
Nel caso di specie, è stato accolto il ricorso di un imprenditore che, residente all’estero, risultava essere, al contempo, amministratore di società con sede in Italia, titolare di utenze elettriche e telefoniche, nonché proprietario di immobili e di altri servizi sempre nello stesso territorio.
Fonte: www.seac.it
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