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3 Luglio 2015

Legittimo l’accertamento fondato sugli incassi tramite carte di credito e bancomat

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La Corte di Cassazione, nella Sentenza n. 13494 del 1° luglio 2015, ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate che aveva emesso un avviso di accertamento con il quale erano stati individuati ricavi non contabilizzati e costi non deducibili a carico di una società a responsabilità limitata, con conseguente determinazione di un maggior reddito imponibile ai fini Irpeg, Iva ed Irap.

La Commissione Tributaria Provinciale aveva accolto in parte il ricorso presentato dalla contribuente avverso l’avviso di accertamento e la Commissione Tributaria Regionale aveva annullato integralmente il provvedimento dell’Amministrazione finanziaria.

In particolare, l’avviso di accertamento era fondato sulla discordanza tra i ricavi dichiarati ed i ricavi risultanti dalle operazioni attive effettuate dalla contribuente tramite carte di credito o bancomat e documentate dagli scontrini emessi dall’apposito apparecchio.

La Corte di Cassazione ha ricordato che l’esistenza di attività non dichiarate può desumersi anche da presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti. Inoltre, l’inesattezza degli elementi indicati in dichiarazione può derivare dalla incompletezza, inesattezza e non veridicità delle registrazioni contabili, che è desumibile anche da altri documenti relativi all’impresa.

Nel caso di specie, la discordanza, non contestata, tra le somme riscosse dalla contribuente tramite carta di credito e p.o.s. ed i ricavi risultanti dalle scritture contabili integra senza dubbio, secondo la Cassazione, una presunzione legale di maggiori ricavi, corrispondenti alle rimesse attive della carta di credito e del bancomat, come si può affermare per gli accrediti sui conti correnti bancari, salvo l’onere a carico del contribuente di provare specificamente una diversa destinazione degli accrediti.

La Commissione Tributaria Regionale, invece, aveva erroneamente affermato che spettava all’Amministrazione finanziaria, pur in presenza della discordanza tra i ricavi e gli accrediti su carta di credito e p.o.s., fornire la prova della destinazione delle somme accreditate.

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